Come abbiamo ricordato più volte in questo blog, i problemi che ci troviamo ad affrontare sono relativamente pochi (i problemi “veri”, ovviamente). Tra questi sono di primaria importanza il problema “energetico” e quello relativo all’attuale sistema produttivo / di consumo.
Sebbene l’importanza del primo possa apparire evidente grazie alla risonanza mediatica di cui gode ultimamente, il secondo, nonostante sia sentito solo da alcuni ambienti e abbia effetti più indiretti, non è da meno in quanto rilevanza avendo ripercussioni su molte variabili determinanti per la qualità della nostra vita (inclusa la “qualità” dell’ambiente in cui viviamo).
Agli osservatori più attenti non sarà certo sfuggito il legame esistente tra le due questioni (o problemi). L’attuale sistema produttivo / di consumo è infatti una delle principali cause di “inefficienza energetica” (salvo risolvere i problemi derivanti da esso nascondendo la polvere sotto il tappeto – leggasi incenerire gli scarti della produzione e del consumo).
Fatte le debite premesse si deve aggiungere che la necessità di creare dei “cicli completi” (o quasi) in cui “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” è una delle soluzioni più evidenti e sensate a cui una persona razionale e di “buon senso” possa pervenire.
In seguito a queste considerazioni presento qui l’ “istruttivo” caso della città di Parma (sul tema della possibile soluzione “rifiuti zero”), tramite un articolo preso dall’ottimo sito “Il Cambiamento”.
L’ALTERNATIVA: UN'EUROPA A RIFIUTI ZERO
Senza inceneritori è possibile ora
Una sala gremita, ma un solo rappresentante delle istituzioni, il delegato alla salute Fabrizio Pallini, ha seguito con attenzione il convegno del GCR dedicato alla proposta alternativa di gestione dei rifiuti di Parma, dal titolo “L’Alternativa: un’Europa a Rifiuti Zero”, inserito nella Festa dell’Europa 2011 e ospitato nella sala aurea della Camera di Commercio.
Due ospiti, Massimo Cerani e Frans Beckers, per altrettante relazioni di grande levatura e interesse. Ancora un appuntamento mancato (volutamente?) dagli amministratori locali, che avevano l’opportunità di confrontarsi a viso aperto con la filosofia opposta a quella che oggi Parma si appresta ad adottare, per bruciare a Ugozzolo 130 mila tonnellate di rifiuti, con le note ricadute ambientali. L’ingegner Massimo Cerani, esperto lombardo di raccolte differenziate, non ha avuto peli sulla lingua nel sostenere con convinzione che gli inceneritori sono solo un business per i gestori e che con una adeguata raccolta differenziata il rifiuto residuale non è sufficiente per tenere acceso un impianto di questo genere. Ergo, se ci sono ancora i “numeri” per alimentare un impianto, è la raccolta stessa ad essere organizzata in modo pessimo, parziale, insufficiente, probabilmente finalizzata proprio a produrre un quantitativo sufficiente di rifiuti residui utili a mantenere in vita l’impianto.
L’ing. Cerani ha analizzato la situazione di Parma, presentando le linee di sviluppo di un piano di gestione dei rifiuti senza l’ausilio di incenerimento e se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulla realizzabilità di questo progetto, i numeri dell’ingegnere bresciano hanno spazzato via ogni residua perplessità. La messa in opera della rivoluzione della raccolta domiciliare è praticabile in pochi mesi, con raggiungimento di percentuali di riciclo attorno al 70%, e una spesa complessiva di 20 milioni di euro (l’inceneritore ne costerà minimo 200 senza contare il teleriscaldamento), necessari per realizzare 2 centri riciclo con la tecnologia di Vedelago e un residuo indifferenziato addirittura al di sotto delle 10 mila tonnellate annue (teniamo conto che l’inceneritore produrrà 40 mila tonnellate di ceneri inquinate che non si dove verranno collocate).
Risultati possibili e certificati dalla Provincia di Treviso, che a Vedelago ha verificato come un mix di rifiuti indifferenziato e plastiche scartate dalla raccolta differenziata porti alla creazione di un granulo a matrice plastica, a norme Uni, che diventa materia di base per panchine, mattonelle, staccionate, tegole. Questi risultati, di per sé sorprendenti per i nostri amministratori, si raggiungono con una applicazione corretta della raccolta domiciliare spinta affiancata dalla tariffazione puntuale, entrambe da applicare al 100% delle utenze, e una corretta adozione delle pratiche utili alla riduzione e prevenzione della produzione dei rifiuti, azioni che riducono notevolmente la produzione pro capite di rifiuti da parte dei cittadini. Il piano del GCR è dunque fattibile ed anzi migliorabile, ma giace in un cassetto di Provincia e Comune dal giugno dello scorso anno. Fogli pericolosi, di cui è meglio no parlare. Massimo Cerani ha anche sottolineato come Parma utilizzi un piano provinciale di gestione dei rifiuti vecchio e superato dalla tecnologia e dai nuovi traguardi raggiunti dalla raccolta differenziata, un piano anche andrebbe già da oggi rivisto e revisionato, adeguandolo alla situazione di oggi. E neanche è stato clemente con il teleriscaldamento, giudicato un altro affare per il gestore ma una vera iattura per i cittadini, con alti costi, e ricadute ambientali negative e non positive, legate ad esempio al surriscaldamento estivo causato dalle condotte di acqua bollente che attraversano la città (l’inceneritore mica si spegne, d’estate…).
Se il primo relatore ha chiarito una volta per tutti la facilità di adozione di un piano alternativo,. Frans Beckers, responsabile C2C di van Gasewinkel, ha offerto la visione globale del problema rifiuti, dal punto di vista di una grande multiutility olandese, che opera in diversi Stati europei, fatturando 1,2 miliardi di Euro. Un’azienda globale che nel 2007 ha fatto propria la filosofia Cradle to Cradle, dalla culla dalla culla, credendo in questa svolta come il necessario e impellente sviluppo economico del futuro.
C2C è stata presentata anche a Parma, lo scorso gennaio, direttamente al co fondatore Michael Braungart in un auditorium Paganini al completo. La van Gasewinkel, come tutte le società per azioni, mira al profitto ed al guadagno, eppure dal 2007 sta diminuendo la propria capacità di smaltimento in inceneritori e sta aumentando il business del riciclo, addirittura spegnendo lo scorso anno l’inceneritore di Rotterdam, per mancanza di materiali. Frans Beckers ha specificato come nel vecchio continente sia in atto una vera e propria rivoluzione di approccio al tema dei materiali post consumo, che li ha fatti tornare al loro ruolo di materiali nobili, dopo averli per decenni semplicemente considerati combustibile ad incenerire. Una rivoluzione che VGW ha adottato come strategia e visione, impostando tutte le politiche aziendali verso l’abbandono e la chiusura dei rimanenti 2 inceneritori in possesso della società. La VGW, colosso europeo del settore, con un settore ricerca e sviluppo che conta 60 persone di organico, conduce la propria azione su più fronti, interagendo con i clienti per favorire un miglioramento delle performance di recupero materia, dialogando con i produttori di packaging per giungere in breve tempo ad un design di materiali riciclabili facilmente ed al 100% sulla stregua della filosofia dalla culla alla culla che, imitando la natura, propone un ciclo chiuso dei materiali dove lo scarto di un settore diventa automaticamente nutrimento per l’altro. Il messaggio lanciato da Beckers è molto chiaro. Costruire oggi un inceneritore a Parma non ha alcun motivo pratico o economico, visto che già oggi la capacità di incenerimento in Europa supera la disponibilità di materiali. La VGW è addirittura disponibile ad offrire i propri impianti per trattare i rifiuti di Parma in attesa di raggiungere le percentuali necessarie a chiudere il ciclo senza bisogno di impianti a caldo. Non avrebbe difficoltà a proporre una offerta per il ritiro dei materiali a costi concorrenziali con la attuali dinamiche economiche. VCW ha proposto i suoi servizi dopo aver visitato, durante la giornata, la situazione di gestione dei rifiuti di Parma. Il mattino è stato dedicato ad un confronto con Iren, nella sede di stradello Santa Margherita, uno scambio di vedute al quale GCR è stato impedito di partecipare (evviva la trasparenza!), e con un incontro seguente in comune con i dirigenti del settore ambiente Moruzzi e Angella.Nel pomeriggio waste tour da Ghirardi (carta), Furlotti (vetro e plastiche), Carbognani (metalli).Una intensa giornata che si è conclusa alla Camera di Commercio, dove Beckers ha potuto esprimere le sue considerazioni dopo una attenta visione della situazione locale.L’inceneritore a Parma quindi non serve, non risolve un problema che non c’è, bloccherà lo sviluppo della raccolta differenziata, ci costerà molto salato, sia economicamente che in salute.
Tra il pubblico, alla fine del convegno, è venuto spontaneo domandarsi come mai allora, visti tutti gli aspetti positivi di una gestione corretta dei materiali, si insita in una direzione così sbagliata come l’incenerimento. Come mai di fronte a tutte le ricadute positive in termini economici ed ambientali, si scelga ancora una strada, quella dell’incenerimento, che porta con sé inquinamento, malattie, costi economici e sociali di grossa portata?Sono scelte suicide, contrastanti con il bene comune e l’economicità. Manca qualche tassello, non conosciamo fino in fondo tutti i risvolti. Ci vede essere un interesse che noi non conosciamo che giustifica l’insistenza così fuori da ogni logica di questo voler incenerire per 20, 30 anni, materiali che possono essere utilmente recuperati. Qualcuno ci guadagnerà da tutto questo, ma non saranno certo i cittadini.
Tratto da: http://reti.ilcambiamento.it/gestionecorrettarifiuti/author/gestione-corretta-rifiuti/
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