lunedì 27 febbraio 2012

Considerazioni finali sul Summit MMT di Rimini (Modern Money Theory)

Si è concluso ieri sera, a Rimini, il primo convegno sulla Modern Money Theory (MMT): un lungo applauso finale con standing ovation ha salutato e ringraziato i cinque relatori e gli organizzatori dell’evento (Paolo compreso).
Devo confermare le prime impressioni positive: l’intero convegno si è svolto in modo ordinato e professionale, senza problemi o ritardi.
Nella giornata di Sabato si è rischiato di dare troppo spazio alle domande dirette dal pubblico: così facendo i relatori venivano interrogati in merito a dubbi e idee troppo personali che spesso non tenevano conto degli interessi di tutte le 2000 (o poco meno) persone presenti; domande che magari avrebbero trovato risposta nelle relazioni del giorno dopo. Fortunatamente gli organizzatori hanno risolto raccogliendo per categorie le domande del pubblico, e facendole esporre da Paolo nella sessione finale di Domenica.



I video e il materiale esposto nella conferenza dovrebbe essere disponibile a breve, e sarebbe quindi inutile che provassi qui a riassumerne i contenuti.
Posso dire però che tutti i contenuti presentati hanno dalla loro parte un elemento fondamentale a mio giudizio: il buon senso.
La regolamentazione della finanza; l’eliminazione di quei prodotti finanziari che non hanno una vera funzione per l’economia reale (ex. credit default swaps); un ritorno al modello di capitalismo di qualche decennio fa (si legga, principalmente modello fordista o, in alternativa, modello alsaziano-renano); una diversa regolamentazione della contabilità (ad oggi risulta troppo, troppo facile manipolare e falsificare i bilanci; il che inoltre non è più un reato (sic!); un diverso ruolo dello Stato in economia, con la possibilità di garantire i diritti fondamentali dei suoi cittadini tramite la spesa a deficit ecc.; il ritorno alle sovranità nazionali secondo il sacrosanto principio dell’autodeterminazione dei popoli; una “riforma” della politica, che deve tornare a lavorare in modo trasparente per la collettività; ecc.

Un altro fatto che vorrei sottolineare è la forte impressione, derivante dalle domande del pubblico, di una profonda disinformazione in merito a quella parte dell’economia e della società che segue dei modelli diversi da quelli criticati, e che rappresenta quindi un importante strumento di progresso. Per esempio nella sessione delle domande di Sabato una persona disse: “perché non fondiamo noi una banca?”, ignorando probabilmente che esiste già una banca nata dalla collettività (Banca Etica) o che ci sono dei modelli di banche diversi da quelli criticati e che seguono altri principi, come le Banche di credito cooperativo.
Che dire poi di tutta quella parte dell’economia e della società che lavora per gli interessi della comunità, il cosiddetto Terzo Settore? Quale migliore strumento per fare passi concreti verso una società “diversa”?
Il Terzo Settore (di cui il movimento cooperativo è una parte rilevante) ha un forte peso nell’economia e nella società, ed è composto da milioni di persone che potrebbero agire, ne sono sicuro, in modo molto più efficiente ed efficace se solo si coordinassero e si ponessero dei chiari e precisi obiettivi comuni. E qui ritorniamo all’annosa questione: gli strumenti ci sono (altri ne possono essere creati), la differenza sta nel come vengono utilizzati.


P.s. Nota positiva anche la presenza di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle; un altro strumento che potrà avere un ruolo importante nel prossimo futuro.

venerdì 24 febbraio 2012

Prima serata del convegno MMT - Rimini 105 Stadium (24-02-2012)

Si è da poco conclusa la serata di presentazione del convegno sull'MMT (ma non solo) qui a Rimini. Le impressioni a caldo sono molto positive: il summit è organizzato molto bene. In modo professionale, e soprattutto c'è tanta gente! Non pensavo, ma devo dire che al 105 Stadium questa sera eravamo circa sulle 1600-1800 persone (a occhio).

Molto promettenti sono stati anche stati gli interventi di presentazione dei vari relatori, i quali si sono detti tutti impressionati dall'evento e dal numero di persone presenti.
Unica nota "negativa", volendo, l'immancabile pessimismo di Barnard sul fatto che anche se ci si dovesse impegnare verso la giusta strada e con gli strumenti utili, non potremmo mai sperare noi di vedere il cambiamento per il quale ci attiviamo; "i nostri nipoti, forse"... ma va bene così, ormai lo sappiamo che a Barnard piace essere smentito dai fatti; speriamo di riuscire a smentirlo anche su questo.

A domani.

giovedì 23 febbraio 2012

L'economia che dobbiamo conoscere

All'indomani del summit di Rimini:

"L’Italia è preda di un processo deflattivo economico disastroso che non si fermerà se non dopo che i Poteri Neoliberali, Neoclassici e Neomercantili del nord Europa e degli USA avranno completato l’opera di “Argentinizzazione” dell’Italia più ricca e produttiva. L’opera del presente governo è un’irrilevante farsa dietro cui sono gli ordini precisi dei mercati di capitali, che oggi dettano i destini delle nostre imprese e dei nostri posti di lavoro per il successo delle loro speculazioni finanziarie.
E’ assolutamente vitale chiamare in Italia il gruppo fondatore della Modern Money Theory (MMT) per un summit di tre giorni (Rimini 24-25-26 febbraio 2012 - "105 Stadium" p.le Pasolini) dedicato a chiunque sia intenzionato a divulgare la MMT come politica economica nazionale salva vite, salva nazione e salva democrazia.
La MMT è oggi probabilmente l’unico strumento esistente di scienza economica e sociale che è in grado di sventare il colpo di Stato finanziario Neoclassico, Neomercantile e Neoliberista che, particolarmente nell’Europa dell’Eurozona, ha posto fine di fatto alla democrazia. E’ in gioco il destino reale di milioni di famiglie, di centinaia di migliaia di aziende, e dell’Italia stessa nella sua esistenza democratica. L’urgenza è massima, l’Eurozona è al collasso, pochi immaginano oggi le tragiche conseguenze decennali di questo disastro criminoso.
La MMT sta fiorendo su blog, siti, pubblicazioni come mai prima, in parte per opera del lavoro che sto portando avanti e in parte per il contributo di altri attivisti. La MMT è osteggiata come nemico letale dalle Élite politico-economiche dominanti, per i motivi spiegati ne Il Più Grande Crimine di Paolo Barnard. Esse tenteranno ogni strada per soffocare la MMT in Italia e nel mondo. Se gli attivisti e i bloggers diffonderanno la MMT in modo approssimativo e non fedele alla sua scientificità, le Élite avranno un’arma micidiale per screditarci, e sarà la fine. Motivo per cui è stato indetto un summit nazionale di due giornate dove tutti gli attivisti, bloggers, e cittadini intenzionati a promuovere la MMT potranno recarsi per ottenere dalla fonte più autorevole al mondo una infarinatura essenziale e completa su: MMT – Perché e come siamo caduti vittime del Colpo di Stato Finanziario – Crisi dell’Euro e soluzioni per l’Italia – Crisi Finanziaria, chi sono i criminali e come prevenirle – Costruire uno Stato sovrano che tuteli i cittadini con piena occupazione e pieno Stato Sociale, piena ricchezza produttiva e accesso alla democrazia vera. Essere competenti è vitale. Il Summit Nazionale MMT conta le presenze dei Professori Michael Hudson, Stephanie Kelton, Marshall Auerback, William Black e Alain Parguez, delle università del Missouri Kansas City, The Levy Economics Institute Bard College NY, Institute for the Study of Long-Term Economic Trends, Université de Franche-Comté at Besançon.

"Distruggiamo la bellezza del paesaggio perché gli splendori della natura, liberamente disponibili, non hanno alcun valore economico.
Saremmo capaci di spegnere il sole e le stelle perché non pagano un dividendo" (John Maynard Keynes)"

Paolo Barnard

DOCUMENTAZIONE
>> programma dettagliato summit di Rimini 24/26 febbraio 2012: http://www.democraziammt.info/
>> saggio di P.Barnard sull'economia (file pdf scaricabile): http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf

tratto da: http://www.cronacacomune.it/index.phtml?id=15125

giovedì 9 febbraio 2012

2012 International Year of Cooperatives - Lo strumento per cambiare il mondo

L'impresa cooperativa rappresenta lo strumento concreto tramite il quale, a mio parere, si riuscirà a creare un mondo migliore. Ovviamente non basta disporre dello strumento per creare qualcosa, ma bisogna sapere come utilizzarlo; a questo proposito mi auguro che a breve possa nascere un movimento cooperativo internazionale che abbia chiari gli obiettivi da raggiungere e le strategie per perseguirli, perché solo dal coordinamento dell'intero movimento cooperativo potranno scaturire le strategie efficaci per cambiare il mondo.
Come scriveva Gramsci nei Quaderni del carcere: "lo sviluppo è verso l'internazionalismo, ma il punto di partenza è nazionale".


lunedì 6 febbraio 2012

Intervista a Mauro Biglino

Danilo Iosz: D.I.
Mauro Biglino: M.B.


"D.I.: Sig Biglino, da oltre 30 anni si occupa di studi teologici e traduzione di testi antichi. Come è nata questa sua passione?

M.B.: Dall’età del liceo ho sempre coltivato l’interesse per gli studi umanistici e le regioni sono uno degli elementi fondamentali della storia del pensiero umano; anzi rappresentano proprio uno degli aspetti che maggiormente hanno condizionato la storia nel bene e nel male. Lo studio e il desiderio di approfondimento hanno determinato in me la necessità di attingere direttamene alla fonti prime almeno della religione occidentale per questo motivo, dopo il latino ed il greco, ho ritenuto necessario studiare l’ebraico.

D.I.: Notoriamente, lei ha lavorato per molti anni come traduttore per le edizioni S. Paolo. Poi, inevitabilmente, è successo “qualcosa” per cui il suo rapporto collaborativo è terminato. Può spiegarne i motivi?

M.B: Molto semplicemente, il rapporto si è interrotto quando ho iniziato a raccontare nei libri ciò che coglievo nelle traduzioni letterali effettuate sulla bibbia ebraica redatta sulla base de Codice masoretico di Leningrado: diciamo che si tratta di contenuti non propriamente in linea con la dottrina per cui comprendo che la più importante casa editrice cattolica abbia ritenuto di non avere più tra i suoi collaboratori uno come me.

D.I.: Ci spiega brevemente cos’è il codice di Leningrado e qual è la sua origine?

M.B.: E’ il Codice redatto dai masoreti (custodi della tradizione) della scuola di Tiberiade negli ultimi secoli del primo millennio dopo Cristo: il papiro di riferimento, datato al 1008, era custodito nel Museo di Leningrado (ora San Pietroburgo). Si tratta del testo universalmente accettato dal pensiero religioso ebraico-cristiano e che quindi è il punto di riferimento per le bibbie che tutti abbiamo in casa. Lavoro su quello per non essere accusato di essermi andato cercare codici a me più confacenti: questo è quello accettato dalla Chiesa quindi…

D.I.: Traducendo i testi dell’Antico Testamento, lei ha trovato una realtà “diversa”, più volte modificata nel corso dei secoli, fino ai nostri giorni. Quali sono le motivazioni per le quali la realtà sarebbe stata opportunamente celata?

M.B.: Le motivazioni risiedono sostanzialmente nella volontà di costruire un sistema di potere terreno basato sul condizionamento delle coscienze. Non è un caso che ciò che dico susciti reazioni di ogni genere: la verità sulla insussistenza delle dottrine teologiche mina alla base questo potere, anche se io non nego e non posso negare a priori l’esistenza di un Dio di cui non parlo mai perché non ne so nulla: questo appartiene alla fede, che è una questione puramente individuale. La negazione delle presunte verità bibliche non mette necessariamente in discussione la fede ma le strutture artificiose che le sono state costruite sopra. Sono molte le persone di fede che comprendono questo e quindi si accostano con sereno equilibrio alle mie ipotesi (io non posseggo alcuna verità) e interloquiscono con me. In fondo per un uomo di fede gli Elohìm (probabili ET) sarebbero anch’essi figli di Dio e il loro agire rientrerebbe pienamente nel suo disegno provvidenziale.


D.I.: Nella Bibbia, si fa espressamente riferimento agli Elohim, ai Nephelim, e ad altri gruppi di individui dei quali si ignora l’origine. Può chiarirci la provenienza di questi gruppi e il loro obiettivo?

M.B.: Provo a sintetizzare dicendo innanzitutto che, a differenza di quanto è stato rilevato nelle tavolette sumere, la Bibbia non ci fornisce indicazioni chiare circa la presenza sulla terra di questi individui. Certo è che da quando si sono trovati qui si sono comportati come dei normali colonizzatori: hanno usato il materiale umano trovato qui e in cambio hanno fornito possibilità di sviluppo e crescita. Nei libri analizzo le varie razze e qui ovviamente mi limito a elencarle in sintesi così come sono conosciute nella Bibbia: Elohìm: sono i capi. Malakhìm: sono i portaordini, gli esecutori e i vigilanti. Ghibborìm: sono il prodotto degli incroci tra gli Elohìm e le femmine terrestri. Nefilim (Emìm, Zamzummìm, Anakìm): sono i giganti, descritti anche come dotati di sei dita per ogni arto. Adàm: sono i terrestri, quelli che gli Elohìm hanno prodotto usando il loro DNA che la Bibbia chiama “tzelèm”.


D.I.: Comunemente associamo il nome di Yahwèh a Dio. Chi era in realtà?

M.B.: Come si evince con grande chiarezza dal testo biblico Yahwèh era uno dei tanti Elohìm che si sono spartiti il controllo del pianeta. A lui è toccato quel territorio e quel popolo che per la verità ha dovuto costruirsi con grande fatica nell’arco di molti secoli. Il monoteismo nell’Antico Testamento non esiste e non a caso nel libro ho dedicato un capitolo intero per documentare su base testuale come tutti sapessero che Yahwèh non era Dio ma solo uno dei tanti potenti cui ci si poteva rivolgere per mettersi al suo servizio e averne protezione e vantaggi. Lui stesso minaccia costantemente di morte coloro che abbandonano la sua sequela per servire altri: sapeva bene di non essere il solo!

D.I.: Queste entità, avevano a disposizione una tecnologia avanzatissima, assolutamente impensabile per quei tempi. Da dove proveniva tale conoscenza?

M.B.: Ovviamente non lo posso sapere e quindi ipotizzo molto semplicemente che la conoscenza derivasse loro da molti millenni di evoluzione avvenuta sul loro pianeta. Diciamo che si trovavano al livello al quale potremmo trovarci noi tra un migliaio di anni.

D.I.: Crede che parte di tale tecnologia sia stata, con il tempo, lentamente trasmessa al genere umano?


M.B.: Sicuramente loro hanno trasmesso in passato tutte quelle conoscenze che hanno consentito l’avvio del processo di evoluzione culturale e tecnologico che ancora prosegue. Se poi la domande riguarda invece la possibilità che attualmente ci siano scambi tra alieni e governi devo dire che le mie conoscenza non vanno oltre ciò che viene ipotizzato e che circola in rete.

D.I.: Cosa pensa delle teorie elaborate da Zecharia Sitchin e dell’esistenza del pianeta Nibiru e degli Annunaki?

M.B.: Di Nibiru non mi sono mai occupato; la Bibbia non ne parla e quindi mi limito a leggere ciò che ne scrivono coloro che invece se ne interessano. Devo anche dire che la dimostrazione delle sua esistenza o meno non farebbe cambiare in nulla il mio approccio o le mie conclusioni. La mia scelta metodologica infatti prevede per il momento il racconto di ciò che leggo nei codici ebraici, pertanto Nibiru non rientra nella sfera attuale degli interessi. In futuro so già che mi toglierò i paletti che mi sono messo da solo: per la verità ho già iniziato a farlo nel libro che sto scrivendo ora

D.I.: E’ vero che antecedentemente all’arrivo degli Elohim, l’uomo era già presente sulla Terra?

M.B: Erano presenti gli ominidi su cui probabilmente loro sono intervenuti con l’ingegneria genetica. Posso anche dire che Adamo e Eva non sono i progenitori dell’umanità: la vicenda di Caino è chiara a questo proposito. Una volta cacciato dal consesso famigliare teme di essere ucciso (da chi?), prende moglie (dove?) e costruisce città (per chi?).

D.I.: Secondo la sua personale visione, è giusto affermare che la razza umana, per un certo periodo, sia stata una specie di colonia al servizio di razze aliene?

M.B.: Direi proprio di si. Quando nella catechesi ci viene insegnato che noi siamo stati creati per “amare e servire Dio” in fondo si esprime una verità. Anche se la cronaca antica ci narra che la verità era moto più concreta di quanto la teologia abbia voluto rappresentare.

D.I.: Una sua fan, mi chiede di porle questa domanda: attraverso l’Antico Testamento abbiamo avuto la possibilità di conoscere il passato mentre il presente lo stiamo vivendo con grande preoccupazione, a causa della difficile situazione mondiale che si va delineando. Ora conosciamo tutti l’Apocalisse di Giovanni, ma più in generale, nei testi da lei esaminati ci sono riferimenti al nostro futuro?


M.B.: Escluderei i riferimenti al futuro anche nella Apocalisse di Giovanni che non è che una delle tante apocalissi che il passato ci ha lasciato e che ci presentano anche scenari diversi. Nell’Antico Testamento ci sono presunte profezie ma bisogna sapere che tutte quelle che si possiedono sono presenti su documenti scritti dopo che l’evento cui si riferiscono si era già verificato. Anche le profezie presenti nei vangeli, se esaminate attentamente, rivelano la loro vera natura: erano speranze che sono palesemente andate disattese.

D.I.: Oggi lei, viaggia su e giù per l’Italia, intervenendo a conferenze e divulgando ciò di cui è a conoscenza, nell’ambito di taluni ambienti, soprattutto ufologici. Come si rapporta con la moderna ufologia?


M.B.: Ne vengo a conoscenza perché sono sommerso da informazioni di ogni tipo; sono amico di ufologi di ogni corrente e vengo chiamato a parlare nei loro convegni: il 90% delle mie conferenze nasce proprio da inviti di ufologi di ogni corrente. Non ho mai visto un UFO in vita mia e non me ne occupo perché ritengo che ognuno debba cercare di fare bene il suo mestiere (io traduco) ma se proprio si vuole trovare un collegamento possiamo dire che sono, almeno in parte, un paleoufologo.

D.I.: Come già scritto nella prefazione a questa intervista, lei è anche un esperto dell’ordine della massoneria. Concorda con l’affermazione che questa potente organizzazione stia in qualche modo manipolando il nostro futuro ed abbia intenzione di creare una dittatura mondiale?

M.B.: Non sono propriamente un esperto di Massoneria, ho scritto un libro in cui ho analizzato in parallelo i principi fondamentali di quella istituzione e della Chiesa romana per documentare come glie lenti fondanti combacino. Le tentazioni di esercitare il potere assoluto, sia pure in forme subdole e nascoste, da parte di pochi potenti sono certo molto forti e sicuramente alcuni di questi potenti appartengono all’ordine massonico, quanto meno a quello che viene comunemente definito deviato. Ho sottolineato la probabile appartenenza alla massoneria deviata perché i principi fondamentali della massoneria che ho studiato propugnano il libero pensiero ed escludono, anzi combattono duramente, ogni forma di dittatura.

D.I.: Cosa dobbiamo attenderci, secondo il suo punto di vista, per il futuro?

M.B.: Non so cosa attendere, ma voglio sperare che l’uomo scelga la migliore tra le tante opzioni che ha di fronte.
Saluto voi e i lettori, ringraziando dell’interesse per il mio lavoro.

La ringrazio Sig. Biglino, per la sua gentile disponibilità e per il tempo dedicato alla presente intervista, che viene rilasciata in esclusiva per il blog “disclosureprojectufo”.
Le auguro buon lavoro per i suoi progetti futuri. "


Tratto da: http://danilo1966.iobloggo.com/

domenica 5 febbraio 2012

Fusione Fredda al MIT

Oggi vogliamo parlarvi di un test che probabilmente riabilitera’ almeno in parte la credibilita’ di Fleischmann e Pons. La curiosita’ e’ che questo esperimento si e’ svolto con successo al MIT (Massachusetts Institute of Technology), istituto che contribui’ con dei test negativi a far archiviare definitivamente le teorie dei due ricercatori.

La notizia di queste ore riguarda un esperimento su un reattore predisposto dalla JET Energy denominato Lattice-Assisted Nuclear Reaction (LANR), che in parte replica la reazione di quello Fleischmann e Pons. Il nome di questo reattore rivela anche uno dei suoi componenti principali: un tipo speciale di lattice che indurrebbe la reazione nucleare a basse temperature. La reazione avverrebbe tra due atomi di idrogeno (il deuterio e il trizio) che si fondono in un isotopo dell’elio. A differenza dell’E-Cat che sviluppa la sua reazione fra idrogeno e nichel (producendo rame).

Con il LANR si produrrebbe energia 10 volte superiore a quella introdotta per attivarlo. Ma mentre Andrea Rossi custodisce ancora gelosamente gran parte dei segreti del funzionamento del suo reattore, il Prof. Hagelstein avrebbe gia’ fornito delle spiegazioni scientifiche che spieghino tali risultati.

Come dicevamo all’inizio dell’anno, sembra proprio che il 2012 portera’ delle novita’ positive nel campo dello sviluppo energetico.

fonte: http://e-catalyzer.it/e-catalyzer/fusione-fredda-al-mit

venerdì 3 febbraio 2012

L'Argentina cresce grazie ad un piano in stile MMT

"Sono tempi di crisi economica. Proprio per questo, può essere importante “rispolverare” la storia recente di un Paese, l’Argentina, che 10 anni fa è stato lo “specchio di dove andrà il Mondo”, come recitava una scritta comparsa sui muri di Buenos Aires durante i giorni delicati e violenti del dicembre 2001. Il processo con il quale l'Argentina è uscita dalla crisi economica si mostra come una nuova strada per governare uno Stato. Ma andiamo con ordine, ripercorrendo la storia. Dopo il governo peronista, che la vide tra le dieci economie più floride del pianeta, l’Argentina a partire dal 1976 sprofondò in una vertiginosa recessione economica sotto ben tre dittature e vari governi pseudo democratici che erano sotto il ricatto del Fondo Monetario Internazionale e degli Usa (dal ’91 il tasso di cambio tra peso e dollaro era fisso). Un modo di governare che ha succhiato fino al midollo le risorse argentine, costringendo i cittadini a vedere i propri risparmi messi in banca portati fuori dal Paese, fino a farla diventare il debito pubblico pro-capite più alto del mondo. Nel pieno della crisi economica del 2001, alcune province raggiungevano il 71% di denutrizione infantile, la disoccupazione reale il 42% e le fabbriche cessavano di lavorare o chiudevano miseramente.

Fu proprio nelle fabbriche - come raccontato magistralmente nel documentario “The Take” (La presa) di Naomi Klein - che si assistette alle prime reazioni, non coordinate ed un po' confuse, che però hanno introdotto un nuovo modo di pensare alla risoluzione dei problemi dell’industria: gli stessi operai, intuendo il clima generale e con gli imprenditori pronti alla fuga col malloppo residuo, occuparono le fabbriche, presero possesso dei mezzi di produzione e si assunsero gli oneri della gestione (ancora oggi, dopo aver ottenuto riconoscimento giuridico, solo poche di quelle hanno dovuto chiudere). Oltre i lavoratori, a scendere in strada furono diversi movimenti: come i “piqueteros”, disoccupati che intrapresero il blocco delle merci come moderno strumento di lotta; o le “caceloras”, donne che battevano rumorosamente le loro pentole con le posate; e tanti cittadini che assaltavano bancomat e ingressi delle banche come unico segno di protesta e di rabbia per aver perso i loro risparmi. Quella che si combattè per le strade delle grandi città argentine nel dicembre 2001 e nei mesi successivi fu una vera e propria battaglia, con le sue vittime (37 morti) e i suoi nemici da combattere nelle Istituzioni (4 governi furono costretti alle dimissioni in poche settimane).

Fino a quando, con l’elezione di Nestor Kirchner e la sconfitta di Carlos Menem (presidente per la decade dal 1989 al ’99), cominciò ad intravedersi uno sbocco e una proposta politica di governo alla gravissima situazione. La politica industriale kirchneriana ha visto la rinazionalizzazione di aziende precedentemente privatizzate. Il provvedimento più importante e coraggioso, però, è stata la dichiarazione del default dell’Argentina per ristrutturare il debito. Kirchner impose un forte sconto sulle obbligazioni (75% circa, con sentenze di condanna da Usa e Germania), rinegoziò contratti con fornitori di servizi, ma soprattutto ripianò il suo debito pubblico con il Fmi: «abbiamo potuto costruire un’Argentina diversa. Abbiamo ottenuto una storica cancellazione di 100 miliardi di dollari di debito privato». Una politica che, sebbene abbia estromesso l’Argentina dai mercati finanziari, ha consentito negli anni 2000 un rilancio dell’economia reale e una risoluzione delle questioni sociali del Paese. Con interventi a sostegno dei consumi della classe media impoverita e dei ceti popolari, questo Stato vanta adesso una crescita annuale dal 7 al 10%, oltre a poste, aerolinee, sistema pensionistico e acqua ristatalizzate. Gli investimenti nella scuola sono del 6.5% del Pil nella scuola (dal 2% iniziale) e a più di un milione di ragazzi delle scuole medie viene fornito un notebook pagato interamente con fondi statali.

La svolta progressista di questi anni, inevitabilmente, non è stata solo economica, ma civile: nozze omosessuali, abrogazione delle leggi di impunità verso la dittatura militare e apertura di migliaia di processi contro le violazioni di diritti umani di quel periodo (1976-1983) che causò 30.000 desaparecidos (giovani oppositori politici "scomparsi"). In politica estera, inoltre, l’impegno su basi socialiste coi Paesi vicini, Brasile e Venezuela su tutti, ha concesso al Sud America di non diventare la fabbrica a basso costo degli Stati Uniti. Un successo che ha trovato conferma anche nell’ultimo esito elettorale del 2011: Cristina Fernandez Kirchner (moglie di Nestor) è di nuovo presidente col 54% dei voti, senza passare per ballottaggi. Nessun Paese al Mondo è il “paese delle meraviglie” e nessun Governo dovrà mai essere esente da vigilanza e osservazione critica, ma l'evoluzione dei fatti storici avvenuti in Argentina, è di sicuro una speranza per chi vede uno sviluppo diverso per il futuro del Mondo."

tratto da: http://liniziativa.net//news/?id_news=1160&Crisi+globale%3A+il+caso+Argentina%2C+10+anni+dopo+&path=17