venerdì 19 giugno 2009

IL PAESE DELL'UTOPIA (Giacinto Auriti) - Parte 8 - POST SCRIPTUM

Post Scriptum

GUARDIAGRELE, IL PAESE DELL'UTOPIA




Marino Solfanelli sulle cui spalle cade la responsabilità della pubblicazione di questo breve saggio, ci ha provocato a motivare perché Ezra Pound si sia dichiarato fascista.
La necessità di questa precisazione emerge dal fatto che, nella communis opinio, questo gesto poundiano viene giudicato come confessione di un peccato.

Il plagio culturale programmato dai vincitori è riuscito infatti a spacciare, come difetto, un pregio. Poiché in politica ciò che non è manifestato non esiste (e la manifestazione ha un costo) chi ha pagato il pifferaio della storia, ha scelto la musica della “falsa verità”: Gli usurai, padroni del denaro, hanno ufficialmente ed autoritativamente spacciato, per democrazia, l'usurocrazia.

Se per democrazia s'intende popolo sovrano, allora il popolo non deve avere solo la sovranità politica, ma anche quella monetaria in una democrazia integrale che basa sulla “sete di giustizia” (come il plebiscito romano) e non sulla legge del numero che è finalisticamente ed eticamente neutra. L'esperienza ci ha infatti insegnato che spesso la maggioranza viene conseguita non da chi ama il popolo, ma da chi ha il denaro per comprarla.

La parola “democrazia” che era nata sette secoli prima in Grecia, non una volta è usata nel Vangelo e l'unica volta che nel Vangelo è applicata la “democrazia”, il popolo manda in croce Cristo e libero Barabba sicché, secondo l'etica democratica, dovremmo osannare Barabba e condannare Cristo.

La democrazia è, tutt'al più, un codice di procedura, non un codice d'onore.

Pound aveva capito che quando Mussolini dichiarava e promuoveva la guerra del sangue contro l'oro aveva ragione da vendere. Lui sentì così profondamente questo messaggio di giustizia che si dichiarò fascista con una forza morale sovrumana, riconoscendo come cittadino americano, in tempo di guerra, che la sua patria combatteva dalla parte sbagliata. Il fato gli aveva assegnato la terra dove doveva nascere. Quando ha potuto scegliere personalmente dove vivere e morire, ha preferito la terra, sconfitta sì, ma dalla parte del sangue: piuttosto che restare sulla sua, pur vincitrice, ma dalla parte dell'oro.

In una preziosa e profetica nota dice: «Il dieci Settembre scorso passai lungo la Via Salaria, oltre Fara Sabina e dopo un certo tempo entrai nella repubblica dell'Utopia, un paese placido giacente fuori della geografia presente.» (13) E poi soggiunge: «Io avevo scritto: “Utopia, un paese placido giacente ottant'anni a Est di Fara Sabina” (...)» (14).

Non si scandalizzi il lettore se osiamo pensare che il paese dell'Utopia, profetizzato da Pound, sia Guardiagrele. Sta infatti ad Est di Fara Sabina ed in quello stesso paese, ottant'anni dopo, è nata quella che è stata definita non a caso, la moneta poundiana, proprietà del portatore e non della banca, senza debito e senza riserva: il Simec.

A questo punto potrebbe sembrare che chi scrive è un guardiese fascista. Guardiese sì, ma non fascista perché è “troppo poco”.

La guerra del sangue contro l'oro ineluttabilmente continua e non vogliamo continuare a perdere. Quando il banchiere lord Bennet dice a Pound: “Abbiamo impiegato vent'anni per battere Napoleone, ci basteranno cinque anni per battere il fascismo”, dimostrò la sua superiorità culturale (non morale) perché la storia gli ha dato ragione. Mussolini non poteva vincere la guerra perché non aveva capito che il nemico da battere era l'oro degli usurai: la moneta debito della Banca d'Inghilterra.

La proprietà popolare della moneta è la grande rivincita al gioco della storia che ci accomuna fedelmente agli eroi, di ogni schieramento o colore politico, che hanno combattuto sulla medesima frontiera, contro la grande usura.

Noi trasformeremo tutti i popoli del mondo da debitori in proprietari della moneta, per il solo fatto che questa idea è nata.

Dicono i sociologi che le idee forza che cambiano la storia, devono avere la qualità della novità e della semplicità; questa ha anche quella della verità. E le idee si affermano con una velocità proporzionata alla loro necessità storica. Ecco perché siamo “rassegnati” a vincere... perché, ovviamente, non possiamo perdere.

Questa è, pertanto, la nostra profetica utopia (15).

13)E. Pound, op. cit., p. 7.
14)E. Pound, op. cit., p. 7, nota 1.
15)L'utopia nel campo scientifico non esiste. Chi avesse detto un secolo fa che si sarebbe andati sulla Luna sarebbe stato preso per pazzo. Ci rendiamo conto che trasformare i popoli da debitori in proprietari della loro moneta è molto più “utopistico” che andare sulla Luna.

Dopo la scoperta del valore indotto come fenomeno attinente alla scienza del diritto, l'attuazione della proprietà popolare della moneta non è solo possibile, ma doverosa per eliminare il signoraggio della grande usura.

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