lunedì 25 novembre 2013

Il fallimento degli Stati-nazione

Personalmente ritengo ridicolo che, dopo millenni di storia e di progresso delle scienze e delle tecniche, gli esseri umani debbano ancora aver timore di non riuscire a sopravvivere.
Credo sia sotto gli occhi di tutti come la struttura delle nostre società non riesca ancora a soddisfare i bisogni primari dell’individuo. I principi di Libertà, Uguaglianza, e Giustizia, di cui le nostre società moderne dovrebbero essere espressione, sono ancora lungi dall’essere garantiti.
Senza riflettere sulle condizioni di vita di chi è inserito a vario titolo nella società, è data l’esistenza di ampie fasce della popolazione (disoccupati, sottopagati, ecc.) che devono preoccuparsi di sopravvivere. Non vivere, attenzione, sopravvivere. (Si prenda ad esempio il rapporto 2012 dell’Istat sulla povertà in Italia).
In questo senso io credo che gli Stati-nazione, come forma e struttura della società, abbiano fallito.

Se si prende in considerazione poi l’attuale Stato italiano, la situazione è sconcertante.
Si sa che uno Stato, per definizione, dovrebbe avere il monopolio della forza, della moneta e delle tasse. Nel nostro caso il monopolio della forza è lontana utopia se si pensa al diffondersi della criminalità organizzata nel paese, spesso con un vero e proprio controllo del territorio. Le decisioni sulla moneta vengono prese a livello europeo e non certo italiano. Per le tasse vale lo stesso ragionamento della forza, ossia è un monopolio ormai più formale che reale per i fenomeni dell’evasione e della criminalità organizzata.

In questa situazione non credo che ci si possa meravigliare dell’esistenza della criminalità organizzata, del clientelismo, delle lobby, delle parrocchie di vario genere, ecc. Lo scopo di questi fenomeni è quello di creare intorno a più individui quella sicurezza che lo Stato oggi non è ingrado di garantire.

...spunti di riflessione da cui partire per immaginare un’evoluzione delle società moderne.

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