2.3 L’impatto economico delle cooperative
Com'è stato evidenziato da diversi relatori nel corso della Conferenza, la stima dell’impatto economico delle cooperative deve essere estesa oltre i soli parametri strettamente quantitativi. Per comprendere meglio il ruolo delle cooperative, è necessario cioè prestare attenzione anche al contributo che queste istituzioni offrono al funzionamento generale dei sistemi economici.
Le cooperative contribuiscono infatti al funzionamento dei sistemi economici in almeno cinque modi. Innanzitutto, esse svolgono un ruolo tutt’altro che marginale nella riduzione dei fallimenti del mercato, migliorando così il funzionamento del sistema economico e il benessere di una grande quantità di persone (Hansmann, 1996).
Questo contributo deriva dal differente tipo di proprietà e di governance che caratterizza le cooperative. La coesistenza di una pluralità di forme di impresa, con strutture proprietarie e obiettivi diversi, contribuisce a migliorare la competitività dei mercati, che a sua volta aumenta la varietà delle scelte offerte ai consumatori, aiuta a prevenire la formazione di monopoli, abbassa i prezzi, offre opportunità di innovazione, e riduce le asimmetrie informative.
In secondo luogo, le cooperative svolgono un ruolo chiave nella stabilizzazione dell’economia, specialmente nei settori caratterizzati da elevata incertezza e volatilità dei prezzi, come il credito e l’agricoltura.
Banche cooperative e credit unions sono un fattore di stabilizzazione del sistema bancario (Birchall, 2012). Come dimostrano le testimonianze storiche, il ruolo stabilizzatore delle cooperative è fondamentale durante i periodi di crisi. Inoltre, la presenza delle cooperative migliora la capacità delle società di rispondere all’incertezza associata alle trasformazioni economiche.
In terzo luogo, le cooperative contribuiscono a mantenere la produzione di beni e servizi vicina ai bisogni delle persone che esse servono. Le cooperative forniscono beni e servizi, spesso innovativi, in grado di soddisfare specifici bisogni dei loro soci piuttosto che rispondere alla logica della massimizzazione del profitto. Le cooperative, inoltre, spesso producono beni e servizi a redditività bassa o incerta, se non addirittura negativa, che le imprese di proprietà degli investitori non hanno interesse a produrre e che le autorità pubbliche non sono in grado di fornire. Tra i servizi con una redditività bassa o negativa sono compresi quelli sociali, sanitari, educativi, nonché altri servizi alla persona e alla comunità. In caso di redditività negativa, le cooperative possono raggiungere il punto di pareggio grazie alla loro capacità di attrarre risorse da fonti diverse – come il lavoro volontario e le donazioni – o attraverso politiche di discriminazione del prezzo.
L’esperienza delle cooperative dimostra che il lavoro volontario e le donazioni sono particolarmente importanti specie nella fase di avvio dell’impresa. Questo vale per tutti i tipi di cooperative ed è indipendente dall’ambiente in cui operano.
In quarto luogo, le cooperative tendono a porsi in una prospettiva di lungo periodo, in quanto assumono il ruolo di strutture produttive per le comunità nelle quali operano e, in genere, si preoccupano anche del benessere delle generazioni future.
Coerentemente con il terzo principio dell’ICA riguardante la partecipazione economica dei soci, numerosi statuti di cooperative destinano una parte del surplus prodotto a un fondo di riserva collettivo e indivisibile, che non appartiene ai singoli soci ma deve essere utilizzato a vantaggio di tutti, comprese le future generazioni. In alcuni paesi, la prospettiva di lungo periodo delle cooperative è rafforzata da leggi che le obbligano a trasferire parte del loro surplus annuale a un fondo indivisibile; questo significa che parte dei loro profitti e l’intero patrimonio devono essere usati per promuovere gli interessi della comunità.
In quinto luogo, le cooperative contribuiscono a una più equa distribuzione del reddito. Dal momento che le cooperative sono nate per soddisfare i bisogni dei loro soci, e non per accumulare e distribuire profitti ai loro proprietari, esse tendono più delle altre imprese a ridistribuire le loro risorse a favore dei lavoratori, aumentando i salari o l’occupazione, o dei consumatori, facendo pagare loro prezzi più bassi.
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