giovedì 18 luglio 2013

Uscire dalla crisi: la soluzione cooperativa (11^ parte) + Bibliografia


 6 Conseguenze operative


Per sfruttare appieno i vantaggi delle cooperative, è necessario superare numerosi ostacoli. I relatori della Conferenza hanno individuato alcuni degli ostacoli che limitano lo sviluppo delle imprese cooperative e suggerito come  superarli. Le loro proposte possono essere riassunte in tre gruppi di raccomandazioni che riguardano le  autorità pubbliche, la comunità scientifica, i movimenti cooperativi e i donatori internazionali.


6.1 Introdurre regolamentazioni e politiche di sostegno adeguate 

Il primo gruppo di raccomandazioni riguarda l’adozione sia di coerenti meccanismi di regolazione, che  permettano la valorizzazione dei vantaggi competitivi delle cooperative, sia di politiche di sostegno in  grado di facilitarne l’avvio, l’espansione e il consolidamento. In Europa, le cooperative si sono  sviluppate più rapidamente nelle situazioni in cui la loro espansione non è stata ostacolata da una regolame
Per esempio, nei settori tradizionalmente pubblici, o di interesse pubblico, e che quindi beneficiano di  finanziamenti pubblici. Di conseguenza, anche i principi cooperativi elaborati dall’ICA dovrebbero  essere interpretati in un modo flessibile, aiutando la nascita di nuove forme di cooperazione enuove pratiche di governance.
Le cooperative dovrebbero essere trattate tenendo conto delle loro specificità, garantendo condizioni di  parità con i concorrenti (Münkner, 2012). Analogamente, la regolazione dei mercati dovrebbe essere coerente con il carattere delle imprese cooperative e progettata per massimizzare i benefici per la  collettività. Un problema, questo, che richiede di essere affrontato principalmente da parte delle agenzie pubbliche che hanno la responsabilità di regolare i mercati.
ntazione inadeguata, il loro ruolo è stato pienamente riconosciuto e non sono state confinate in settori specifici (V. Zamagni, 2012). Per sviluppare tutto il potenziale delle cooperative, una legislazione  sulle cooperative dovrebbe quindi riconoscerne pienamente la funzione ed essere abbastanza flessibile  da permettere loro di operare in qualsiasi settore in cui si dimostrino utili (Hansmann, 2012).
Altre aree d’intervento comprendono il sostegno all’avvio di nuove cooperative, al consolidamento delle cooperative esistenti e allo sviluppo di competenze all’interno del settore cooperativo. Le politiche  nazionali dovrebbero garantire che le cooperative abbiano accesso a tutti i servizi alle imprese.
Inoltre, i governi nazionali dovrebbero elaborare politiche di sostegno coerenti.
Dato il loro orientamento non speculativo, le cooperative dovrebbero essere soggette a un trattamento  fiscale più favorevole di quello previsto per le imprese di capitali.
Quando tuttavia prevede agevolazioni fiscali e benefici speciali, la legislazione cooperativa dovrebbe  comprendere obblighi specifici allo scopo di impedirne la demutualizzazione, come il vincolo di  indivisibilità del patrimonio.
In questo scenario, i movimenti cooperativi possono svolgere un ruolo chiave attraverso organizzazioni, federazioni e consorzi, nonché tramite lo sviluppo di fondi ad hoc che sostengano la creazione di nuove cooperative.
Infine, sia i governi nazionali e locali sia  il movimento cooperativo dovrebbero impegnarsi a costruire  collegamenti tra i movimenti cooperativi di paesi e regioni con un settore cooperativo ben sviluppato (es. l’Unione europea e il Nord America) e i movimenti di regioni dove le cooperative sono ancora poco presenti e non adeguatamente riconosciute. Esempi molto utili di una proficua cooperazione sono i  progetti promossi dal movimento Raiffeisen, dal movimento Desjardins e da diversi consorzi di  cooperative sociali italiani (Borzaga et al., 2008) con organizzazioni situate in paesi dove i movimenti  cooperativi sono allo stato nascente.




6.2 Sviluppare pratiche di governance e di gestione coerenti


Il secondo gruppo di raccomandazioni riguarda lo sviluppo di una cultura manageriale coerente con i valori e i principi delle cooperative. Tra i soci e i dirigenti dovrebbe essere sviluppata una maggiore consapevolezza circa le caratteristiche intrinseche che contraddistinguono le imprese cooperative. Allo stesso tempo, dovrebbe essere eliminata la pratica, molto diffusa, di adattare alle cooperative le modalità di gestione delle imprese for-profit.
Per sfruttare appieno le specificità delle imprese cooperative, ed evitare che queste siano superate dalle imprese for-profit anche nell’adozione di comportamenti cooperativi, dovrebbero essere adottate pratiche di gestione più coerenti con i valori e i principidella cooperazione. I movimenti cooperativi
e le università dovrebbero impegnarsi a sostenere la ricerca di nuove modalità di gestione e di nuovi modelli di governance e a sviluppare le capacità manageriali dei leader cooperativi attraverso corsi di formazione innovativi e corsi universitari basati sui più recenti risultati dell’attività di ricerca. L’esperienza delle cooperative, ovunque nel mondo, dimostra che le situazioni di maggior successo  sono quelle dove le cooperative agiscono insieme come un sistema di imprese, attraverso federazioni, consorzi o gruppi.
In questo modo esse riescono meglio a sfruttare i vantaggi di scala e ad offrire ai soci assistenza gestionale e tecnica efficace, servizi commerciali e di marketing, percorsi di formazione e sostegni alla  progettazione.
Dovrebbe, invece, essere valutata attentamente la tendenza delle cooperative a crescere di dimensione.  Nelle economie basate sempre più sulla conoscenza, le imprese più efficienti possono, infatti, essere piccole e organizzate in reti. A tale riguardo, le cooperative hanno degli specifici vantaggi che derivano dal radicamento nelle comunità locali e dalle forme di governance partecipate.
Uno sforzo per rafforzare le pratiche di networking aiuterebbe le cooperative a realizzare economie di scala e a sfruttare opportunità che le singole imprese non sarebbero altrimenti in grado di sfruttare.




6.3 Promuovere la visibilità delle cooperative


Il terzo gruppo di raccomandazioni riguarda misure e azioni specifiche volte a favorire una migliore comprensione del fondamento logico delle cooperative e ad aumentare la loro visibilità come istituzioni capaci di svolgere ruoli strategici in campo sia economico che sociale.
I relatori della Conferenza hanno dimostrato che vi sono tutte le condizioni per elaborare nuove teorie, in grado di suggerire come sfruttare al meglio il potenziale delle cooperative. Ma i ricercatori dovrebbero impegnarsi a superare la frammentazione che ha finora caratterizzato gli studi cooperativi e a sviluppare ricerche più sistematiche, guidate da ipotesi realistiche sia sui meccanismi che possono essere impiegati dagli agenti economici, che sulle motivazioni che guidano le loro azioni. Dal canto loro, gli istituti di ricerca e di statistica dovrebbero produrre e diffondere adeguate informazioni sulle imprese cooperative, mentre le università e i centri di ricerca dovrebbero elaborare nuovi approcci teorici per  spiegare, e aiutare a comprendere, il fondamento logico e i vantaggi competitivi delle forme cooperative.
Servendosi dei risultati delle ricerche più recenti, i movimenti cooperativi internazionali e le istituzioni pubbliche dovrebbero promuovere adeguate iniziative per migliorare la visibilità delle cooperative. D’altra parte, la comunità scientifica e i movimenti cooperativi – a ogni livello: locale, nazionale e internazionale – dovrebbero adottare strategie di comunicazione più efficaci perdiffondere i risultati delle ricerche. I movimenti cooperativi dovrebbero in particolare impegnarsi per far crescere la consapevolezza delle amministrazioni pubbliche, dei politici e delle comunità circa il contributo che le cooperative possono concretamente offrire alle economie locali e ai sistemi di welfare.
Infine, i donatori internazionali dovrebbero sostenere attivamente il riconoscimento delle cooperative, in particolare in quei paesi che sono ancora privi di una legislazione, e promuovere azioni in grado di favorire lo sviluppo delle imprese cooperative.


7 Riferimenti bibliografici

 


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