mercoledì 30 novembre 2011
venerdì 25 novembre 2011
Impariamo ad interrogarci sul senso delle cose
Moni Ovadia qui ci ricorda un punto fondamentale, presentato più volte in questo Blog, ossia l'importanza di domandarsi il "perchè" delle cose, quale sia il loro senso, e alla luce di queste domande, che potremmo definire basilari, analizzare con occhio critico la realtà che ci circonda e le spiegazioni che ci vengono fornite sullo status quo.
Un esempio di questo salutare esercizio possiamo trovarlo nel recente post del 13 Novembre "Finanza e Banche: il cancro dell'economia - Puntata REPORT", dal quale nasce quasi spontanea la domanda "Che senso ha questa finanza, queste banche, e più in generale questa economia?". Forse la risposta la possiamo implicitamente trovare in un ulteriore domanda che Galimberti pone nel post del 2 Ottobre: "I fini dell'economia sono anche i nostri fini?".
Un esempio di questo salutare esercizio possiamo trovarlo nel recente post del 13 Novembre "Finanza e Banche: il cancro dell'economia - Puntata REPORT", dal quale nasce quasi spontanea la domanda "Che senso ha questa finanza, queste banche, e più in generale questa economia?". Forse la risposta la possiamo implicitamente trovare in un ulteriore domanda che Galimberti pone nel post del 2 Ottobre: "I fini dell'economia sono anche i nostri fini?".
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venerdì 18 novembre 2011
La Disobbedienza Civile - H.D.Thoreau 2
Parole di grandissima attualità del grande Thoreau, leggete...
“La legge non riuscì mai a rendere gli uomini più giusti neppure di tanto; anzi, proprio per il rispetto che portano alla legge, persino uomini di buoni principi si trasformano, quotidianamente, in agenti di ingiustizia. Voglio dare un esempio delle conseguenze comuni e naturali di un non-dovuto rispetto alle leggi. Prendiamo un gruppo di soldati, colonnello, capitano, caporale, soldato semplice, inservienti, tutti in marcia, in perfetto ordine e per monti e per valli: vanno alla guerra non solo contro la loro volontà, ma anche contro il buon senso e la loro coscienza.
Una marcia faticosa, non c’è che dire, da cardiopalma. E sanno tutti benissimo di trovarsi in un maledetto pasticcio, è gente pacifica. Adesso però che sono? Uomini o non piuttosto fortini e casematte ambulanti, al servizio di qualche potente senza scrupoli? Bisogna andare nelle caserme dove si esercitano i marines per capire che razza d’uomini può creare il nostro governo e a cosa ridurli – pure ombre, ricordi di uomini, già sepolti sotto le armi, con accompagnamento funerario.
E’ così che la massa degli uomini serve lo Stato, non come uomini coraggiosi, ma come macchine, con il loro corpo.
Nella maggioranza dei casi non c’è nessun libero esercizio del giudizio e del senso morale, sono al livello del legno, della terra, delle pietre. Suppongo che se facessimo degli uomini di legno sarebbero altrettanto utili. E’ un tipo d’uomo che non richiede maggior rispetto che se fosse fatto di paglia o altro. E tuttavia, normalmente, quegli uomini sono considerati buoni cittadini.
Altri – come la maggioranza dei legislatori, dei politicanti, degli avvocati, dei preti e dei tenutari di cariche – servono lo Stato soprattutto in base a ragionamenti astratti; e poiché fanno assai di rado distinzioni morali, hanno la stessa probabilità di servire Dio che, senza volerlo, di servire il diavolo.
Pochissimi – gli eroi, i patrioti, i martiri, i riformatori in senso ampio e gli “uomini” – servono lo Stato anche secondo la loro coscienza: e così, nella maggior parte e di necessità, si oppongono al governo che di solito li considera nemici.
Una persona saggia servirà solo come uomo, e non si sottometterà ad essere “creta”, e a “chiudere un buco perché non entri il vento”, lascerà quell’incarico alla propria polvere, perlomeno.
Ma al giorno d’oggi, come ci si deve comportare con questo governo? Pare a me che non ci si può associare senza ignominia. Neppure un istante posso riconoscere, come “mio” governo, quell’organizzazione politica che è un governo schiavista.
Tutti riconoscono che esiste un diritto alla rivoluzione – il diritto di rifiutare obbedienza o di opporsi a un governo la cui inefficienza o tirannia siano grandi e insopportabili.”
Come sancito dalla Dichiarazione d’Indipendenza americana del 14 Luglio 1776: “ogni qualvolta il governo rischia di distruggere il diritto [alla Vita, alla Libertà, alla ricerca della Felicità dei suoi sudditi] è Diritto del popolo abbatterlo o abolirlo, e creare un nuovo governo”.
“La legge non riuscì mai a rendere gli uomini più giusti neppure di tanto; anzi, proprio per il rispetto che portano alla legge, persino uomini di buoni principi si trasformano, quotidianamente, in agenti di ingiustizia. Voglio dare un esempio delle conseguenze comuni e naturali di un non-dovuto rispetto alle leggi. Prendiamo un gruppo di soldati, colonnello, capitano, caporale, soldato semplice, inservienti, tutti in marcia, in perfetto ordine e per monti e per valli: vanno alla guerra non solo contro la loro volontà, ma anche contro il buon senso e la loro coscienza.
Una marcia faticosa, non c’è che dire, da cardiopalma. E sanno tutti benissimo di trovarsi in un maledetto pasticcio, è gente pacifica. Adesso però che sono? Uomini o non piuttosto fortini e casematte ambulanti, al servizio di qualche potente senza scrupoli? Bisogna andare nelle caserme dove si esercitano i marines per capire che razza d’uomini può creare il nostro governo e a cosa ridurli – pure ombre, ricordi di uomini, già sepolti sotto le armi, con accompagnamento funerario.
E’ così che la massa degli uomini serve lo Stato, non come uomini coraggiosi, ma come macchine, con il loro corpo.
Nella maggioranza dei casi non c’è nessun libero esercizio del giudizio e del senso morale, sono al livello del legno, della terra, delle pietre. Suppongo che se facessimo degli uomini di legno sarebbero altrettanto utili. E’ un tipo d’uomo che non richiede maggior rispetto che se fosse fatto di paglia o altro. E tuttavia, normalmente, quegli uomini sono considerati buoni cittadini.
Altri – come la maggioranza dei legislatori, dei politicanti, degli avvocati, dei preti e dei tenutari di cariche – servono lo Stato soprattutto in base a ragionamenti astratti; e poiché fanno assai di rado distinzioni morali, hanno la stessa probabilità di servire Dio che, senza volerlo, di servire il diavolo.
Pochissimi – gli eroi, i patrioti, i martiri, i riformatori in senso ampio e gli “uomini” – servono lo Stato anche secondo la loro coscienza: e così, nella maggior parte e di necessità, si oppongono al governo che di solito li considera nemici.
Una persona saggia servirà solo come uomo, e non si sottometterà ad essere “creta”, e a “chiudere un buco perché non entri il vento”, lascerà quell’incarico alla propria polvere, perlomeno.
Ma al giorno d’oggi, come ci si deve comportare con questo governo? Pare a me che non ci si può associare senza ignominia. Neppure un istante posso riconoscere, come “mio” governo, quell’organizzazione politica che è un governo schiavista.
Tutti riconoscono che esiste un diritto alla rivoluzione – il diritto di rifiutare obbedienza o di opporsi a un governo la cui inefficienza o tirannia siano grandi e insopportabili.”
Come sancito dalla Dichiarazione d’Indipendenza americana del 14 Luglio 1776: “ogni qualvolta il governo rischia di distruggere il diritto [alla Vita, alla Libertà, alla ricerca della Felicità dei suoi sudditi] è Diritto del popolo abbatterlo o abolirlo, e creare un nuovo governo”.
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giovedì 17 novembre 2011
ECAT.com - Cold Fusion Revolution
L'Energy Catalyzer (ECAT) di Andrea Rossi sembra essere pronto, funzionante, e sul nuovo sito "ECAT.com" si può addirittura ordinare.
Che sia l'inizio di una "rivoluzione" energetica?
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domenica 13 novembre 2011
Finanza e Banche: il cancro dell'economia - Puntata REPORT
Ottima puntata di Report in cui si analizza il ruolo che la finanza speculativa internazionale e il sistema bancario (soprattutto banche d'affari) hanno in questa crisi e in generale nell'economia moderna.
La finanza speculativa deve essere illegale; questo dovrebbe essere il primo punto di qualsiasi programma di governo.
Buona visione:
La finanza speculativa deve essere illegale; questo dovrebbe essere il primo punto di qualsiasi programma di governo.
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sabato 5 novembre 2011
La Disobbedienza Civile - H.D.Thoreau 1
In fondo la ragione pratica per cui, una volta che il governo è nelle mani del popolo, si permette che una maggioranza continui a reggere lo Stato per un lungo periodo di tempo, dipende non già dalla probabilità che la maggioranza abbia ragione, o che la cosa sembri giusta alla minoranza, ma dal fatto che la maggioranza è materialmente più forte. E però, un governo dove la maggioranza governa su ogni questione non può essere basato sulla giustizia – anche ad accettare il termine nel nostro senso umano.
Non potrebbe esservi, invece, un governo nel quale a decidere praticamente su ciò che è giusto e ciò che è ingiusto non fosse la maggioranza ma la coscienza? Un governo dove la maggioranza decidesse solo su questioni alle quali è applicabile la regola dell’opportunità? Deve sempre il cittadino abbandonare – seppure per un istante e in minimo grado – la propria coscienza nelle mani del legislatore? E allora perché ha una coscienza? Penso che dovremmo essere uomini prima di essere sudditi. Non è da augurarsi che l’uomo coltivi il rispetto per le leggi, ma piuttosto che rispetti ciò che è giusto. Il solo obbligo che io ho il diritto di arrogarmi è di fare sempre ciò che credo giusto.
Non potrebbe esservi, invece, un governo nel quale a decidere praticamente su ciò che è giusto e ciò che è ingiusto non fosse la maggioranza ma la coscienza? Un governo dove la maggioranza decidesse solo su questioni alle quali è applicabile la regola dell’opportunità? Deve sempre il cittadino abbandonare – seppure per un istante e in minimo grado – la propria coscienza nelle mani del legislatore? E allora perché ha una coscienza? Penso che dovremmo essere uomini prima di essere sudditi. Non è da augurarsi che l’uomo coltivi il rispetto per le leggi, ma piuttosto che rispetti ciò che è giusto. Il solo obbligo che io ho il diritto di arrogarmi è di fare sempre ciò che credo giusto.
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