domenica 30 giugno 2013

Uscire dalla crisi: la soluzione cooperativa (2^parte)

Parte seconda

2. L'importanza delle cooperative

Con approcci diversi e da varie prospettive, i partecipanti alla conferenza hanno offerto una serie di informazioni di tipo sia storico che statistico, volte a evidenziare l’importanza delle cooperative.


2.1 Gli insegnamenti della storia

Le cooperative esistono da circa duecento anni. Operano in tutti i campi dell’attività economica e hanno dimostrato spesso una longevità maggiore delle imprese di capitali. Il modello cooperativo ha mostrato un’elevata capacità di adattamento alle mutevoli condizioni economiche e sociali e nel corso del tempo sono emerse nuove forme di cooperazione in grado di soddisfare bisogni economici e sociali emergenti.

Le cooperative si sono sviluppate in paesi caratterizzati da condizioni politiche, livello di sviluppo economico, contesti storici e culturali molto diversi. Quasi ovunque nel mondo sono presenti cooperative di consumo, cooperative agricole, società di mutuo soccorso, cooperative di credito e cooperative di lavoro. Alcuni tipi di cooperative hanno avuto una crescita straordinaria in determinati paesi: le cooperative di credito in Germania, le cooperative di abitazione nel Regno Unito e Svezia, e le cooperative di lavoro in Francia e Italia. Alla fine del XIX secolo, le cooperative svolgevano un ruolo importante anche nell’Europa centrale e orientale. Esempi interessanti di iniziative autonome erano presenti, prima della presa di potere da parte dei movimenti socialisti, in Repubblica Ceca, Bulgaria, Serbia e Polonia (Borzaga et al., 2008).
Le cooperative svolgono un ruolo chiave anche nei paesi in via di sviluppo, sebbene spesso non siano istituzionalizzate e neppure legalmente riconosciute (Münkner, 2012).

Quando hanno cominciato a diffondersi, le cooperative hanno rappresentato una reazione difensiva e spontanea alle difficili condizioni generate dalla rivoluzione industriale o alla povertà rurale. Successivamente, in molti paesi e regioni le cooperative hanno garantito una rilevante e spesso crescente quota di reddito e occupazione. Lo sviluppo cooperativo non si è mai del tutto interrotto, tanto che anche di recente sono emersi nuovi tipi di cooperative – per esempio, cooperative sociali e di comunità – per fornire alle comunità locali e alle persone svantaggiate servizi caratterizzati da un’offerta insoddisfacente, specie nell’area dei servizi sociali, educativi e di integrazione lavorativa. Inoltre, nuove cooperative sono nate per aiutare le comunità locali a sfruttare meglio le loro risorse (Hagedorn, 2012).

La storia mondiale delle cooperative offre, quindi, insegnamenti utili per comprenderne il fondamento logico. Essa dimostra che il motivo principale del successo e della longevità delle cooperative va ricercato nel fatto che il loro scopo non è la massimizzazione del profitto per gli investitori, ma il soddisfacimento dei bisogni delle comunità. Le cooperative sono cioè soggetti orientati a risolvere problemi collettivi. Esse si sono diffuse e hanno resistito ai cambiamenti economici perché godono di alcuni vantaggi specifici rispetto alle imprese di proprietà degli investitori, svolgendo ruoli che queste ultime non riescono o non sono disposte a svolgere. Le cooperative di utenza e di consumatori sono state create per minimizzare i costi di intermediazione, ridurre i prezzi di vendita al dettaglio e garantire la qualità dei prodotti; le cooperative di produttori, in particolare quelle agricole, sono nate per contrastare il debole potere di mercato dei produttori; le cooperative di lavoro sono sorte per offrire ai soci l’opportunità di autogestire le loro imprese.
Le società di mutuo soccorso sono state create dai lavoratori o dalle comunità locali per fornire un’assistenza e un’assicurazione comune. Con l’obiettivo di soddisfare i bisogni dei soci, le cooperative hanno contribuito a migliorare la qualità della vita di una grande – e spesso svantaggiata – parte della società.
Numerose politiche pubbliche in materia di welfare sono state realizzate attingendo alle innovazioni pionieristiche e alle relative sperimentazioni realizzate dalle cooperative e dalle società di mutuo soccorso.

A partire dall’inizio del XX secolo, tuttavia, in Europa la maggior parte dei servizi di interesse generale sono passati sotto la competenza dello Stato come parte del processo di costruzione del welfare state.
Di conseguenza, questi servizi sono stati spesso sottratti al controllo cooperativo e mutualistico e sono stati finanziati e forniti pubblicamente, per legge, a tutti i cittadini.
Questa tendenza è stata peraltro introdotta in tempi recenti, dal momento che, dalla fine del XX secolo, in molti paesi le cooperative – anche di nuova istituzione – hanno ripreso a svolgere un ruolo importante nella fornitura di alcuni di questi servizi.

Le testimonianze storiche confermano inoltre che le cooperative sono in grado sia di sopravvivere alle crisi meglio degli altri tipi di imprese, che di affrontarne meglio gli effetti. La storia delle cooperative di consumo britanniche durante il XIX secolo è una storia di crescita prolungata, che è stata solo marginalmente rallentata dagli effetti delle periodiche recessioni (Birchall, 2012). Durante la Grande depressione degli anni Trenta, le cooperative di gestione dell’elettricità e delle telecomunicazioni hanno contribuito a trasformare l’economia rurale degli Stati Uniti. Durante gli anni Sessanta, a New York si è creato un movimento cooperativo che è stato in grado di alloggiare 27.000 famiglie (Birchall e Hammond Ketilson, 2009). In Europa, durante la ristrutturazione economica degli anni Settanta, le cooperative di lavoro hanno recuperato diverse imprese in crisi e hanno dimostrato un tasso di fallimento più basso delle imprese for-profit. Anche nel corso dell’attuale crisi le cooperative stanno dando un’ulteriore prova della loro capacità di resistenza e di ripresa.

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