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Sapelli, che ai temi delle patologia dei mercati e della necessità della loro trasparenza istituzionale, organizzativa ed etica, ha dedicato molti lavori, spiega che "la reazione economica al voto molto dipenderà dai messaggi che i 3 poli daranno, e dico 3 perchè dei 4 poli che c'erano uno è ormai inesistente: quello di Monti, proprio quello che doveva rassicurare i mercati, ammesso che questi 'mercati' esistano".
"Personalmente, non prevedo grossi cambiamenti -sostiene l'economista- nell'orientamento dei mercati: penso che quella tendenza che si è verificata qualche mese fa, di ritorno a un interesse sull'euro, si mantenga stabile e che i segnali di queste ore siano volatilità derivate soprattutto da un nervosismo e spesso dalle divergenze delle forze politiche che hanno perso, soprattutto dal Pd e Monti". Chi ha perso, osserva Sapelli, "esorcizza la propria sconfitta dicendo che Grillo è una cosa terribile, ma prorio loro dovrebbero ricordarsi che trent'anni fa quando si protestava c'erano dei signori (che poi hanno fatto anche carriera) che dicevano alla gente di sparare e di mettere le bombe". "Adesso - prosegue - sono stati fatti dei passi avanti nel processo democratico e Grillo dice di votare e di andare in Parlamento o in Comune. E quando questo accade in una situazione in cui abbiamo 3 milioni di disoccupati, il 37% dei giovani sotto i 25 anni disoccupato e un terzo che fa lavori precari, mi sembra che ciò dimostri che il consolidamento democratico in Italia è irreversibile".
Insomma, spiega bene Sapelli, "la demonizzazione di Grillo non fa bene nè alla politica nè ai cosiddetti mercati che si impressionano". Ma con questi numeri alla Camera e al Senato cosa bisogna fare? "Bisogna -risponde Sapelli- che tutti si assumano le responsabilità: l'unica cosa è fare quello che si può chiamare, con nomi diversi, governo di minoranza appoggiato dall'opposizione o governo di unità nazionale. Il Pd e il Pdl diano cioè vita a un governo che dura un anno, di emergenza, e poi si torni a votare con una legge elettorale nuova". Questo governo dovrebbe fare, dice, "alcune riforme essenziali come la riforma elettorale, e poi dovrebbe dimezzare il numero di parlamentari, abolire le Province, concordare dei punti minimi per andare in Europa e rinegoziare insieme alla Francia e agli altri Paesi le misure di austerità varate con l'ultimo bilancio europeo che sono un monumento alla pazzia".
Sapelli invita a riflettere sull'"affermazione di Grillo, un partito che al primo colpo ha preso il 25%, quota a cui neanche Forza Italia arrivò alla prima uscita: prese il 21%, pur dispondendo di molte risorse".
Insomma, conclude il professore, "bisogna avere nervi saldi e trasmettere al mercato messaggi rassicuranti". Perchè "se Bersani e Monti cominciano a dire 'sono arrivati gli Unni', cosa devono fare le borse?". E "andare nuovamente al voto -osserva Sapelli- sarebbe una cosa tragica: allora sì che si potrebbe davvero rischiare il default".
Infine, ci tiene a sottolineare Sapelli, è "vergognoso da un punto di vista costituzionale che Mario Monti non si dimetta da senatore a vita". "Una persona che ha una deontologia dovrebbe sedere sugli scranni del Parlamento ma solo dopo -conclude- essersi dimesso da senatore a vita, che rappresenta il popolo sovrano".
Tratto da: http://www.adnkronos.com/IGN/Lavoro/Politiche/Sapelli-mandare-messaggi-rassicuranti-a-mercati-e-non-demonizzare-Grillo_314222757812.html
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