martedì 28 agosto 2012

In regione vanno al macero 11mila tonnellate di alimenti

“Last minute market”, con Andrea Segrè, da tempo rivela il grande scandalo degli alimenti buttati via. Infila cifre su cifre che dovrebbero convincere anche i più indifferenti e insensibili. Eccone qualche esempio, cominciando da vicino.

Si stima che (dati 2010) la distribuzione all’ingrosso e al dettaglio in Friuli Venezia Giulia abbia mandato al macero complessivamente 11.425 tonnellate di generi alimentari. In testa i supermercati con oltre 6000 tonnellate, seguiti da ipermercati e negozi dettaglio: più di 2000 ciascuno.

In campo agricolo i dati sono ancora più allarmanti. Rispetto alla produzione totale è stata buttata via una tonnellata tra cereali, frutta e ortaggi, quasi interamente in fase di raccolta. Percentualmente, una cosa piccola: l’1,76% del totale. Ma traducendo in termini di spreco di acqua, ecco un altro numero da capogiro: solo col mais rimasto sul campo (17.400 tonnellate) si sono sprecati quasi 12 milioni di metri cubi. “Last minute market” visualizza la quantità: «Corrisponde a 3687 piscine olimpiche».

Lo spreco nazionale arriva a 3,6 milioni di tonnellate di cibo all’anno. Il danno è moltiplicato, perché produrre quella roba ha buttato inutilmente nell’aria 4,14 milioni di tonnellate di anidride carbonica, ha sprecato 1,2 miliardi di metri cubi di acqua («quantità pari al lago d’Iseo») e il 3% del consumo finale di energia elettrica. Che equivale al consumo energetico di 1 milione e 650 mila italiani.

Dare la colpa solo ai supermercati è troppo semplice. Anche in casa siamo colpevoli. Anzi, secondo i calcoli della Direzione generale per l’ambiente della Commissione europea, nei paesi cosiddetti “ricchi” è proprio a livello domestico che gli alimenti vanno più gettati: il 25% del peso totale degli acquisti, cioé un quarto. In Italia sembra che buttare via il cibo ancora buono costi a ogni famiglia 1693 euro all’anno: in tempi di crisi evidente, sarebbe meglio pensarci.

Gli sprechi di cibo ancora utilizzabile per fini alimentari potrebbero essere recuperati, ed è questo il messaggio che lancerà Trieste, attraverso sistemi di ottimizzazione della distribuzione e recupero dell’invenduto.

In entrambi i casi, lo spreco è doppio: da un lato, di grandi quantità di energia utilizzate nella produzione e nella distribuzione, dall’altro, di ulteriore energia impiegata nella gestione e nello smaltimento di questi scarti e sprechi, l’immondizia che ci avvelena. Un disastro, insomma, in termini economici, sociali e ambientali.



tratto da:http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/08/09/news/in-regione-vanno-al-macero-11mila-tonnellate-di-alimenti-1.5524097

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