IL VALORE È UN RAPPORTO
TRA FASI DI TEMPO...
... così ad es. una penna ha valore perché si prevede di scrivere, il coltello ha valore perché si prevede di tagliare, la moneta ha valore perché si prevede di comprare. Il valore è pertanto il rapporto tra il momento della previsione ed il momento previsto.
Poiché il tempo, come diceva Kant, è l'Io che si pone come realtà in quanto capacità in atto di constatare, prevedere e ricordare - e l' io presente nella sua continuità vitale è la costante del tempo - ci si spiega perché, non essendo concepibile tempo senza vita ossia “valore senza vita”, non esiste ricchezza in un mondo di morti.
L'errore delle scuole romantiche sta essenzialmente nel fatto di aver concepito il valore come proprietà della materia, ossia come dimensione dello spazio. Lo spazio coincide solo col presente: tutto il resto è tempo. Quindi Pound, pur avendo intuito il problema, era impossibilitato a risolverlo perché la cultura economica ignorava (e tuttora ignora) il fenomeno della attività previsionale in cui lo stesso giudizio di valore si realizza.
Questo limite culturale è denunciato da Pound in una significativa frase: «... accolgo con sollievo la tendenza di F. Ritter di parlar della moneta non nei termini di “finanza” ed “economia” ma in termini di grano e concime.» (5) L'espressione è un esempio significativo della cultura romantica del novecento: nobilissima e geniale nell'individuare e criticare la tirannia malefica della
grande usura, ma incapace di indicarne costruttivamente i rimedi. Se fosse vera la teoria del Ritter non vi sarebbe alcuna differenza tra baratto e compravendita. Solo dopo la scoperta del
valore indotto è possibile distinguere il valore della misura (moneta) dal valore misurato (grano e concime).
Una volta evidenziato che il valore è un rapporto tra fasi di tempo, va posta la distinzione tra la fase strumentale che attiene all'oggetto (ad es. la penna) e quella edonistica che attiene al soggetto (ad es. scrivere con la penna).
Questa distinzione tra momento oggettivo e momento soggettivo in cui si realizza la fisiologia del valore, basa ovviamente sulla concezione dualistica di filosofia della conoscenza (aristotelico-tomista), in cui si distingue l'oggetto dal soggetto.
Poiché il passato ed il futuro non coincidono con l' Io presente (che è la costante del tempo) sono l' oggetto della memoria e della previsione ossia l' oggetto del giudizio di valore.
Quando il giudizio di valore è costruito sulla base filosofica del monismo hegeliano (in cui si confonde l'oggetto col soggetto per la riduzione della realtà all'idea della realtà nel c. d.
idealismo), si rende immanente il momento strumentale oggettivo, con quello edonistico soggettivo, con la conseguenza di personificare lo strumento. Nasce così il concetto di società senza contenuto umano, il fantasma giuridico che ha caratterizzato l'avvento del capitalismo: di cui l' usurocrazia
intuita da Pound, è parte costitutiva ed essenziale.
Con la confusione tra momento strumentale o funzionale (prerogativa dell'organo) e momento edonistico (prerogativa della collettività sociale) è nata infatti la grande malattia culturale della rappresentanza organica del momento edonistico del valore. Come dire – rifacendosi all'apologo di Menenio Agrippa - che, mentre il popolo assume la funzione di avere fame, il governo assume quella di mangiare in rappresentanza del popolo.
La proprietà (anche della moneta) - che è godimento dei beni giuridicamente protetto e quindi attinente alla seconda fase di tempo del valore - è sottratta alla persona umana ed attribuita ai fantasmi giuridici. Le soggettività strumentali, strumenti operativi del capitalismo, sono diventate i paraventi delle grandi mangiatoie. Stato costituzionale, stato socialista, società anonima, ente di stato, banca, multinazionale, ecc. sono tutti concetti di società senza contenuto umano cioè degli
strumenti che hanno stravolto le basi etiche della società organica tradizionale. Non a caso tutte le banche sono delle “S.p.A.”.
Poiché è impensabile ed assurdo servire uno strumento, la regola del servire propria della so-cietà organica è stato sostituito da quella del servirsi tipico della soggettività strumentale. Il principio del “conviene essere giusti” è stato sostituito conseguentemente dal principio del “è giusto quello che conviene”. Non a caso il fenomeno di tangentopoli non costituisce solo una espressione statistica di incremento di delinquenza politica, ma manifesta, nella sua imponenza, il segno dei tempi di decadenza che stiamo vivendo.
Ciò premesso rispondiamo alle cinque domande di Ezra Pound.
5) E. Pound, op. cit., p. 56.
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